Il progetto è una risposta ad una grave emergenza umanitaria, dovuta ad una guerra mai dichiarata che si svolge a Cabo Delgado dal 2017 che semina morte, violenza e distruzione senza risparmiare niente e nessuno, nemmeno chiese e missionari. Il popolo scappa nei boschi e i più “fortunati” riescono ad arrivare ai confini di Nampula, Nacala e Niassa.
Nell’arcidiocesi di Nampula stanno accogliendo in città circa 20.000 persone, a Namilao 7.000 e Anchilo 3.000 persone. In maggioranza donne e bambini perché gli uomini sono stati rapiti o uccisi. Si calcolano circa 230.000 rifugiati ai quali il governo avrebbe “promesso” un pezzo di terra 30 m x 20 m a circa 70 Km da Nampula, ma la Caritas sta cercando di affrettare il progetto prima delle piogge di fine ottobre.
Ora si tratta di far fronte all’emergenza con cibo, coperte e stuoie, sapone e materiale da cucina.
La Caritas Nampula è riuscita a raccogliere circa 9.375 euro con i quali hanno aiutato più di 300 famiglie. I commercianti vendono fagioli, riso, olio, farina in grandi quantitativi. Le suore diocesane di Pemba, di etnia Makombe, hanno visitato casa per casa le famiglie dei rifugiati, aiutandole anche psicologicamente.