Le Figlie di S. Anna, fondata dalla Beata Rosa Gattorno l’8 dicembre 1866 a Piacenza, sono in Terra Santa da 1924. La prima missione è stata aperta a Sephoris in Galilea, che si trova a 6 km da Nazareth, con un laboratorio per donne e un ambulatorio per malati.
Dopo la guerra Ebreo –Palestinese le suore hanno accolto le orfane e attualmente accolgono bambine e bambini dai 4 fino ai 18 anni, provenienti da famiglie disagiate a livello sociale, morale ed economico sia dalla Galilea che dalla Giudea. La guerra ha raso al suolo la città di Sephoris che ora è poco più di un villaggio, dove la casa delle suore è rimasta intatta per miracolo perché un po’ fuori dalla città. Si mantiene con contributi del Governo e aiuti dai benefattori esterni.
Il muro in questione è lungo quasi 550 m. Il progetto di lavoro prevede due tappe:
1 - Pulizia da tutte le piante e gli alberi che con le radici hanno infestato le fessure, diventando anche covo per vipere e altri animali.
2 – rinforzo di 9 m del muro pericolante che portano segni di lesioni orizzontale e verticali. Il problema di questa parte lesa è che appoggia sulle mura interne di una cisterna costruita nel 2008 per raccogliere l'acqua per il sistema dell'anti incendio che protegge tutta la struttura dell'internato dei ragazzi. L’eventuale crollo del muro metterebbe a rischio la vita dei piccoli abitanti dell'internato, ma anche il crollo della cisterna causando danni economici enormi.
Scrive la suora: “in base alla perizia dell’ingegnere il muro va riparato e rinforzato con colonne di ferro. Quindi andrebbero scavate fosse nella terra per arrivare alla pietra per le fondamenta. Il muro è alto 6 m, quindi le colonne di ferro devono essere almeno alte 9 m, di cui 2 metri e mezzo vanno nella terra e poi in alto verranno legati al muro tramite vite di ferro che foreranno il muro fino ad arrivare alla parte interna del muro e legati al soffitto della cisterna. Il lavoro è molto difficile per la località del sito. In effetti il convento è situato su una collina e raggiungerlo con gli attrezzi e carri di lavoro sarà molto faticoso e ciò rende ancora il lavoro più costoso”.