Hanno beneficiato del progetto:
• Ragazze/ragazzi, giovani ed adoloscenti che si sono avvicinati al mondo della musica, non solo per apprendere nozioni musicali, ma a motivo dell’universalità del linguaggio musicale, per favorire e superare problemi di socializzazione;
• Ragazze/ragazzi, giovani ed adoloscenti che si sono avvicinati al mondo del teatro, come mezzo per relazionarsi ed esprimere emozioni e necessità;
• Famiglie, parrocchiani e vicini di quartiere, che hanno partecipato a diversi eventi culturali e sociali organizzati presso l’esterno della struttura, grazie alle sedie ed alla proiezione;
• Giovani ed adolescenti, per le attività di incontro atte a favorire il dialogo, il confronto, lo stare insieme, ed a favorire la continuazione dell’incontro con Dio anche dopo la Cresima;
• Spettacoli organizzati per favorire la socializzazione e la crescita culturale;
• Pranzi domenicali, una volta al mese, con i Frati, aperti a tutti, soprattutto per le persone sole.
Tutte le attività svolte e da svolgere intendono favorire, nel contesto territoriale in cui viviamo ( caratterizzato da grande disagio, solitudine, povertà , deperimento delle relazioni sociali, ampliamento di varie forme di dipendenza - specialmente tra i giovani-alcol, fumo e droga-, aumento gravidanze tra adolescenti, deterioramento della cultura dello studio e del lavoro, , abbandono scolastico - legato alla mancanza di aspettative di crescita personale-, violenza, omertà, situazioni di conflitto e deterioramento dei legami, aumento delle discriminazioni ) una cultura fondata su legalità, integrazione, inclusione sociale, lotta al disagio, lotta alla mentalità mafiosa ed evangelizzazione.
In fondo una cultura fondata sulla conoscenza, per ogni uomo, della bellezza della vita, della propria identità personale, della scoperta e dello sviluppo delle proprie doti, dell’accettazione dei propri limiti, il tutto per rafforzare il proprio ruolo nella costruzione del bene comune. Nella meccanica delle relazioni ogni uomo, in questa fase temporale (sia esso bambino, giova, adulto, anziano, disabile) sembra aver perso il senso di un sé libero, dignitoso, empatico, sociale, costruttivo a sostegno di un io egoistico, chiuso, individualista, aggressivo, trasgressivo e teso alla soddisfazione dei bisogni personali, la maggior parte indotti e poco incline ai bisogni veri propri e degli altri.
Piazzale Ibico costituisce oggi un luogo di incontro, di accoglienza, di ascolto, anche ludico, ricreativo, oltre che educativo, spirituale, e costituisce un terreno fertile per favorire quei cambiamenti necessari e quanto mai importanti, per rendere la nostra comunità fertile, sotto tutti i punti di vista. Non si puo’ pensare di migliorare il nostro vivere insieme, senza porre a fondamento la bellezza partecipativa dello stare insieme, in cui ognuno è chiamato a dare e a ricevere, in uno scambio che arricchisce ognuno nella sua maturazione personale e comunitaria, a qualsiasi età.
Urge favorire e operare per lo sviluppo della persona nella sua totalità, avvicinando la sua storia personale e includendola all’interno della storia comunitaria, accogliere e gestire la compresenza di culture, credenze, religioni, educare allo scambio intergenerazionale, promuovere l’esercizio critico della ragione e l’acquisizione di competenze e conoscenze; educare al rispetto di sé, delle persone e dei luoghi, ed alla socialità; educare alla gratuità, ai servizi ed alla condivisione. Stabilire una feconda alleanza con i luoghi privilegiati dell’educazione: famiglia, scuola, lavoro, luoghi del tempo libero, istituzioni, servizi sociali.
Grazie per averci sostenuto in questo affascinante percorso!