Carissima Silvia, spero tanto che la situazione in Italia possa volgere presto alla normalitá, anche se sappiamo che il “normale” bisognerá reinventarlo. E spero che la sua famiglia e la famiglia della Caritas non abbiano avuto conseguenze maggiori e perdite da lamentare.
Qui la situazione é tranquilla, la quarantena é pressoché volontaria e da un mese sono chiusi tutti i luoghi e attivitá pubbliche, anche se c’é troppa libertá di muoversi e ognuno sceglie il proprio livello di isolamento.
Circa l’80% degli haitiani é ora senza lavoro. Stiamo facendo il possibile per proseguire con classi on-line con zoom, cosí come gli haitiani stessi ci stanno chiedendo. Oltre all’obiettivo di tenerli occupati e di far sentire loro che possono migliorare la loro situazione anche in un tempo di crisi, c’é anche l’obiettivo di poter concludere il progetto piú o meno nei tempi prestabiliti, per la preoccupazione di ció che succederá giá a partire da maggio, e ancor piú nei mesi invernali da giugno in poi, con molti migranti senza lavoro e senza soldi.
Dal punto di vista abitazionale, stiamo accelerando l’acquisto di una casa da parte della parroquia, una idea alla quale stiamo lavorando giá da un anno e mezzo, con 7 stanze da poter affittare ad haitiani, per permettere affitti secondo la necessitá e abitazioni degne.
Dal punto di vista lavorativo, l’idea piú interessante per ora sembra essere quella di promuovere corsi di preparazione a lavori immediati, come ai “vecchi tempi”, che potrebbero essere di cucina, barberia, saldatura per intenderci, qualcosa che dia la possibilitá di mantenersi con piccoli lavoretti nei mesi in cui potrebbe essere difficile trovare un lavoro stabile.
E per quel che riguarda l’emergenza alimentare, per ora siamo intervenuti con una quindicina di famiglie (14 haitiane e una venezuelana) che giá si trovavano senza viveri, coordinando con la Pastorale Sociale della diocesi, e con una decina di altre famiglie con la solidarietá parrocchiale. Ora abbiamo lanciato un progetto di donazioni nelle reti sociali e qualcosina sta arrivando, perché con la chiesa chiusa non abbiamo donazioni di prodotti alimentari e dobbiamo trovar la maniera di comprare scatole di alimenti con le offerte che possono arrivare... soprattutto preparandoci ai prossimi mesi.
Questo in breve sintesi, per tenerci aggiornati in un tempo difficile e di cambi abbastanza radicali. In Cile é da ottobre, da quando é cominciata la “rivoluzione sociale”, che i cambi si susseguono e la calma va cercata nel fondo dell’anima, ma andiamo avanti con coraggio.
Augurando pace ed ogni bene a tutti voi!
p. Christian