Il Libano è uno dei paesi più belli nel Medio Oriente, che nel passato chiamavano “la Svizzera dell’Oriente”. Questo paese piccolo nella sua storia ha subito tante guerre. Un paese che non conosce la pace, dove i politici non hanno appartenenza a questo paese. Nel 2019 ha avuto inizio una “rivoluzione” contro il governo anche contro i partiti politici, e da quel tempo ha avuto inizio la crisi economica, che dura fino ad oggi, fino a quando nessuno lo sa.
La crisi economica si divide in diverse circostanze, ve ne elenco alcune:
• Il cambio della valuta del paese, prima del 2019 1$= a 1,500 Lira Libanese, dopo la rivoluzione la lira libanese inizia a perdere la sua valuta davanti il dollaro, ed inizia la crescita da 1,500 fino a 100,000.
• L’immigrazione, tanti giovani libanesi hanno scelto di andar via di questo paese per cercare una vita migliore, gli ultimi statistiche parlano di 650,000 mila libanesi che hanno lasciato il paese.
• La presenza dei profughi Siriani, il Libano non è un paese per l’accoglienza dei profughi, ma è un paese di transito: oggi in Libano abbiamo più di 2,500,000 profughi che sono registrati, ma dei profughi siriani ce ne sono molti di più.
• Il salario dei lavoratori è rimasto come era al 2019, non ci sono stati dei cambiamenti. Per dare un esempio, per comprare il pane, prima costava 1,500 lira libanese, oggi lo stesso pane costa 46,000 lira libanese.
Davanti questi cambiamenti noi frati della comunità di San Francesco nella città di Zahle, ci siamo chiesti cosa poter fare per la gente. Noi frati siamo presenti a Zahle dal 2010: è una città che si trova nella valle della Beqaa a circa 45 km a est di Beirut, è la quarta città più grande del paese dopo Beirut, Tripoli e Baalbek. Ci sono circa 53,000 mila abitanti. La nostra missione qui è una missione aperta al bisogno della Chiesa e della gente - prima di tutto il lavoro parrocchiale -, siamo l’unica presenza come ordine religioso dal rito Romano Cattolico in tutta la provincia della Beqaa, abbiamo la missione nella prigione della zona, l’insegnamento nella scuola, l’accoglienza di gruppi, la visita ai malati…
La fraternità locale ha valutato di sostenere la gente della zona pastorale, pertanto il capitolo conventuale ha deciso di preparare dei pacchi alimentari da distribuire alla gente in difficoltà, selezionando 90 famiglie tra libanesi, siriani e filippini.
Abbiamo iniziato a pensare come procedere, per esempio ricercando i fornitori dei prodotti alimentari, per valutare con chi conveniva lavorare per comprare i prodotti: non è stato facile, perché abbiamo cercato tanto ed incontrato diverse ditte fornitrici, per arrivare a scegliere da chi acquistare i prodotti da mettere nei pacchi. Una volta deciso con chi lavorare, abbiamo messo per iscritto tutti i dettagli: i nomi delle famiglie, come prima fase per avere un’idea chiara del numero complessivo, conoscere meglio chi saremo andati ad aiutare, e avere una prima conoscenza da chi saremo andati per acquistare i prodotti.
Successivamente abbiamo pensato a come portare questi pacchi alla gente: non tutti hanno a disposizione un mezzo per arrivare in convento e prendere il pacco, allora abbiamo deciso che noi frati potevamo andare a casa loro con gli automezzi della comunità, così da portare una parte i pacchi e dall'altra fare una visita alle famiglie e pregare con loro.
Quando tutto è stato deciso, abbiamo preparato i documenti necessari per mandare la richiesta all’Ufficio progetti dell’Ordine, e questi alla ‘Caritas Sant’Antonio’, per valutare se potevano finanziare il progetto: ringraziando Dio la risposta è stata positiva ed hanno accettato di aiutarci.
Quando abbiamo ricevuto la prima donazione abbiamo iniziato ad acquistare i prodotti gradualmente, anche dopo l’arrivo della seconda donazione abbiamo continuato con l’acquisto di altri prodotti.
Abbiamo comprato: 1080 bottiglie di olio, 1080 scatole di tè, 2160 scatole di mortadella, 2160 buste di pasta.
Abbiamo parlato con un altro fornitore e ci ha fatto uno sconto perché ha capito che il nostro intento era di svolgere un’attività caritativa e abbiamo acquistato due tipi di grano duro (Burghul), lenticchie, sale, zucchero, farina, fagioli, riso, fave, ceci.
Dalla stessa ditta abbiamo acquistato anche 1080 barattoli di marmellata e di passata di pomodoro.
Con la rata inviata a dicembre del 2023 abbiamo continuato il nostro progetto anche all’inizio del 2024, acquistando 90 scatole di olio, 15 scatole di mortadella (ogni scatola ne conteneva 24 pezzi ), 30 scatole di tè, 30 scatole di riso, 30 scatole di fagioli, 30 scatole di semolino di grano duro, 30 scatole di semolino macinato, 30 scatole di lentiche, 30 scatole di zucchero, 30 scatole di farina, 30 scatole di ceci, 15 scatole di pasta, 15 scatole di sale, 30 scatole di passata di pomodoro, 30 scatole di fave.
Altre spese sono state:
1. Trasporto - Tante famiglie non avevano la possibilità di venire in convento per ricevere i pacchi alimentari, perciò siamo andati noi a portarli a casa loro. In questa somma sono comprese le spese per l’acquisto del carburante (la ricevuta di acquisto
non viene rilasciata dai distributori) e la mancia per l’autista. Inoltre tra le spese di trasporto, sono da considerare anche le mance ai lavoratori che hanno portato i prodotti alimentari in convento.
2. Sostegno ai giovani. Nella preparazione dei pacchi erano presenti dei giovani, che ci hanno aiutato nel lavoro. Si è pensato di sostenerli con una piccola somma, come aiuto per continuare i loro studi e anche per le spese della vita quotidiana.
3. Scatole, scotch e altro materiale.