Li hanno definiti «danzatori degli dei», per la loro grande abilità nella danza. Per molti sono, da sempre, gli «abitanti della foresta». Per i missionari, i pigmei sono fratelli da rispettare e amare. Sono presenti in Camerun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Repubblica Popolare del Congo, Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), Est Uganda ed Est Ruanda. Piccoli di statura, rimasti ai margini della cosiddetta civilizzazione, senza grandi contatti con altre popolazioni, vivono di caccia e dei frutti della foresta.
Padre Renzo Busana, religioso dehoniano, ha imparato a conoscerli nella sua lunga attività missionaria. È arrivato a Babonde, Repubblica Democratica del Congo, nel 2006. Anni passati a instaurare rapporti, accrescere la fiducia reciproca e progettare insieme. Soprattutto a offrire a tutti, neri bantu, maggioranza numerica della comunità, e pigmei, opportunità di conoscenza e sviluppo. A partire dall’istruzione, vero punto di forza per una serena convivenza.
Per questo, l’anno scorso, padre Renzo ha interpellato Caritas Antoniana. Lo scopo: chiedere un aiuto concreto per la scolarizzazione e l’alfabetizzazione dei bambini pigmei della sua missione. «Da quindici anni – spiega il missionario – nella parrocchia di Babonde, diocesi di Wamba, stiamo lavorando nella “Pastorale dei pigmei”. Il nostro obiettivo primario è l’istruzione, principale strumento per una vera integrazione».
«Con l’aiuto di Caritas Antoniana – informa padre Renzo –, abbiamo costruito cinque aule con tetto in lamiera e struttura portante in legno “rosso”, più resistente alle insidie degli agenti atmosferici e agli insetti. Sono stati poi acquistati banchi, sedie, lavagne, materiale didattico. Potremo poi garantire un contributo agli insegnanti che si sono resi disponibili per l’attività didattica». Tutto è ormai pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico. «È una bella notizia per i quasi 600 bambini e ragazzi che stiamo aiutando all’interno della “Pastorale dei pigmei”. Tra questi, i diciassette che nel giugno scorso hanno conseguito il certificato del sesto anno (ultimo) della scuola elementare. Essi si aggiungono ai dodici che stanno progredendo nelle classi della scuola secondaria, con la buona speranza che in un futuro non molto lontano potranno essere essi stessi gli insegnanti dei loro piccoli fratelli».
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