Sono tanti i motivi per cui una donna in Colombia può finire sulla strada. Perché resta vedova e con i figli piccoli da mantenere. Perché un genitore o un figlio si ammalano e lei è l’unica che può procurare un reddito significativo alla famiglia. Perché viene letteralmente «venduta» dai genitori a chi gestisce il giro della prostituzione. Perché incontra un uomo sbagliato che, promettendole amore, in realtà la getta sul marciapiede. O, ancora, perché, ritrovandosi sola, non ha altri mezzi per sopravvivere in un Paese aggredito dai morsi della crisi. Sulla strada, insomma, qui è facile finirci e, come sempre, è molto difficile uscirne.
Eppure la Colombia avrebbe tutti gli ingredienti per essere un «grande» Paese. Risorse naturali, potere economico, settori produttivi avanzati. Ma purtroppo questa nazione, dilaniata fino allo storico accordo di pochi mesi fa da una guerra intestina che ha visto contrapporsi forze governative e guerriglieri, appare oggi come uno dei Paesi sudamericani più a rischio. Dati certi sul fenomeno prostituzione, ovviamente, non ne esistono, ma la povertà diffusa, unita alla presenza dei potenti cartelli narcos che pare gestiscano in molti casi anche il giro delle prostitute (e della prostituzione infantile), ne ha fatto un Paese dove molte donne si ritrovano a dover vendere il proprio corpo.
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