Sr. Caterina ci scrive:
In agosto 2014, con l’aiuto di due volontari italiani, abbiamo avviato la costruzione di una scuola elementare. In sei mesi la scuola è stata completata e il 16 febbraio 2015 è iniziato il primo anno scolastico, con 170 bambini.
Quattro nuove aule sono state costruite per l’inizio del secondo anno scolastico, iniziato il 16 febbraio 2016: in questo secondo anno è partito anche il FODE (flexible open distant education), che dà la possibilità di completare il ciclo di scuola di base a coloro che hanno lasciato gli studi; abbiamo limitato le iscrizioni di giovani e adulti a 170: vorremmo accoglierne un maggior numero ma, nonostante il FODE sia un progetto governativo, tutta la preparazione e i costi per materiale didattico e insegnanti è sulle nostre spalle.
Tutte le costruzioni sono state fatte dal gruppo di ragazzi che si è progressivamente avvicinato a noi e che stanno uscendo dall’abuso di droga e alcool. Sono ora 41, coordinati dai volontari che vengono dall’Italia per periodi più o meno lunghi.
Con la finalità di produrre il materiale didattico necessario, è stata avviata anche una tipografia che ci ha permesso di stampare tutti i libri per la scuola e per il FODE (scuola per adulti).
Nel mese di febbraio abbiamo avviato anche una panetteria, ora ci è possibile dare del pane a tutti e speriamo presto di poterlo anche vendere e avviare un piccolo business.
Ci siamo iscritte come organizzazione no-profit per essere in regola con le leggi delle Papua e avviare progetti per lo sviluppo e autosostentamento della missione.
La casa famiglia nasce per offrire un luogo sicuro dove crescere e ricevere amore, cibo e la possibilità di studiare. Ogni caso è a se, ma vogliamo lavorare collaborando dove possibile con i legami famigliari d’origine perché nel futuro i bambini possano rientrare o comunque avere un riferimento nel loro villaggio. Dove non lo è ci affidiamo a quello che il buon Dio vorrà.
I tempi di realizzazione sono di tre mesi dall’arrivo del materiale in loco. Matteo coordinerà 15 ragazzi tra quelli che sono già esperti in falegnameria.
Abiteranno la casa i bambini che già vivono con noi e quelli che potremo accogliere non appena la struttura sarà completata. La casa può accogliere 18 bambini.
La nostra modalità di costruzione rimane la stessa: chiediamo il materiale per costruire e poi facciamo lavorare i ragazzi che fanno parte del progetto di riabilitazione, coordinati da Matteo Vendramin, collaboratore laico della nostra missione. La nostra comunità, si assume il costo del cibo per i ragazzi, che lavoreranno alla costruzione.