La missione è ben conosciuta, così come Sr. Caterina.
Dal 2013 ad oggi Caritas Antoniana ha contribuito con 7 progetti, fin dal nascere della Missione. È stata infatti Sr. Caterina, appoggiata dal Vescovo, a dar vita a questa opera che sta raggiungendo ottimi risultati. Questa realtà sta sempre più maturando e, un passo alla volta, sta creando una “sistema” che permette sia la ricerca di una autonomia che un grande sviluppo.
Questi i progetti finanziati: impianto fotovoltaico per la missione, impianto pompaggio e potabilizzazione, costruzione 4 classi per scuola elementare, potenziamento impianto fotovoltaico, cibo per i ragazzi del centro di riabilitazione (una tantum), acquisto trattore per potenziamento agricolo, costruzione casa famiglia.
Ora, quella scuola elementare alla quale abbiamo contribuito, è stata riconosciuta dal governo come parificata. L’unica su 300 scuole! Dopo l’indipendenza il governo papuano ha stipulato un accordo con le chiese di ogni denominazione (anche se la maggioranza sono cattoliche), che prevede la gestione della scuola da parte della diocesi (con un contributo governativo), mentre il governo paga e invia insegnanti e preside provvedendo al loro alloggio. La famiglia non paga nulla.
Questo ha però portato al caos e alla corruzione, al nepotismo e alla totale mancanza di controllo.
Per questo Sr. Caterina e le suore hanno lottato per avere il riconoscimento parificato, anche se avere insegnanti qualificati è molto difficile, soprattutto se non provvedono un alloggio.
Quest’anno ne hanno avuti 4 molto bravi, ma ora è necessario costruire 3 piccole casette con 1/3 di materiale preso dalla foresta e 2/3 acquistato per garantire stabilità e sicurezza. Ogni casetta avrà due camere separate per la coppia e per i figli, una piccola zona giorno e una veranda. Una piccola cucina separata per preparare i pasti per la famiglia. Energia elettrica garantita con pannelli solari.
Per i bagni sarà utilizzata l’acqua che serve per annaffiare le coltivazioni e comunque possono essere usati i bagni della missione.
La costruzione verrà fatta dai 20 ragazzi della missione, coordinati da Matteo e Riccardo, due ragazzi italiani che già da tempo aiutano la missione, che sono tornati in Papua a settembre.
Oltre alla somma richiesta per l’acquisto del materiale, chiedono anche un piccolo contributo per il cibo da dare ai bambini perché ogni giorno provvedono a dare da mangiare a 150 persone.