Il titolo di questo progetto è “Più di un riparo: una casa”, perché questo è per le ragazze che vi abitano la Asrama Beata Imelda.
Questo servizio è stato richiesto dal vescovo locale per proteggere le ragazze che si allontanano dai loro villaggi per studio o per lavoro e arrivano in città. Accettano di vivere in condizioni promiscue, facili prede della prostituzione o del reclutamento religioso islamico.
Il centro è operativo da dieci anni, accoglie 20-25 ragazze che pagano una quota minima anche grazie al contributo di benefattori locali e il ricavato riesce a coprire le spese ordinarie di gestione. Purtroppo la struttura si è deteriorata ed è necessaria una ristrutturazione.
Hanno già dovuto iniziare affidandosi alla Provvidenza, perché gennaio-febbraio sono i mesi in cui le ragazze non ci sono e il tempo lo permette.
Devono ristrutturare la cucina, e i bagni, il tetto, l’impianto elettrico e pitturare l’edificio.
Quando avranno finito i lavori potranno ospitare un numero maggiore di ragazze.