Aggiornamenti dei progetti

Riportiamo il primo resoconto in forma integrale invitoci da Sr. Laura:

Carissimo direttore Fra Valerio, carissime sig.Claudia et Silvia, carissimi tutti del direttivo Caritasantonio, grazie al vostro contributo abbiamo ancora potuto rispondere alle necessità del progetto per il sostegno sanitario alla prigione Centrale di Yaoundé per tutte le spese sanitarie e per l’alimentazione e l’ igiene.

Con il contributo ricevuto abbiamo potuto rispondere alle molteplici necessità dei prigionieri soprattutto per le cure sanitarie; alimentazione e Igiene. Abbiamo comperato un buon stok di medicinali essenziali, del materiale sanitario per medicazione, del sapone antisettico. Abbiamo continuato a dare il pane imbottito ai detenuti ammalati, 3 volte alla settimana e un aiuto per l’igiene e il vestiario. Circa 30 persone per la medicazione delle piaghe, ed altri 40/50 prigionieri che presentono malattie di ogni genere, hanno ricevuto per  tre volte alla settimana, diagnosi e trattamento.

Abbiamo favorito la collaborazione con una équipe di dentisti che ora possono entrare in carcere una volta al mese per le cure dentarie ai detenuti.

Una buona notizia. Da quando abbiamo fatto il tetto con il progetto “un tetto per chi non ce l’ha”  come constatate, nei numeri descritti sopra, i malati sono diminuiti  e  l’umore dei detenuti é aumentato.

E’ aumentata, anche, la valorizzazione per quanto facciamo in carcere.

Da parte nostra constatare che i malati diminuiscono, poter curare quelli che vengono in ambulatorio, dare un  pane imbottito,  ... assicurare l’igiene ecc....é una grande soddisfazione che vogliamo condividere con voi che ci permettete ormai da anni, di continuare questo progetto senza la paura di doverci fermare per mancanza di mezzi.

Il prendersi cura delle persone private dalla libertà, lavorando insieme per lo stesso scopo  con operatori prigionieri sentiamo di aiutare a far crescere la solidarietà, la prossimità, la speranza di vita e di  libertà. .

Eventuali difficoltà incontrate

  • L’aumento della popolazione carceraria e la mancanza di spazio, d’igiene e di strutture logistiche é sempre grande e fa aumentare i problemi.
  • I prigionieri sono troppo inattivi, seduti o in piedi senza far nulla, cio’ fa crescere il malumore e la rabbia che si esprime in violenza.
  • I detenuti potrebbero fare più artigianato per guadagnarsi la vita e ma ci vorrebbero ulteriori mezzzi per farlo... lo Stato sembra non vedere i problemi anche quando superano la gravità della loro pena.
  • Ora hanno il tetto, ma non hanno “ la stuoia o il materassino per dormire”, li chiamano i dormant à terre” comunque il contato con la terra fa sempre male.
  • Nell’ascolto dei loro problemi viviamo una certa frustrazione per non poter rispondere concretamente ad altri loro bisogni, al di là di quanto già offriamo.

Utilizzeremo la rata successiva con l’aquisto di medicinali e presidi ospedalieri e continuremo aquistare il pane e altri alimenti.

Aquisteremo del materiale igienico e sanitario.

Grazie di cuore!

Dio vi benedica in questo tempo di Avvento e vi assicuriamo la nostra preghiera.

Sr. Laura

(N.B. NON possiamo pubblicare le foto per rispetto dei detenuti).

Stupendo aggiornamento di Sr. Laura:

Carissima signora Claudia, eccomi .

Proprio ieri sera ho parlato con sr Maria Regina dicendole che era arrivato il tempo di aggiornare il progetto sanitario della prigione ed oggi ho trovato il suo invito a farlo. 

Vi racconto cosa è successo dopo l'articolo della vostra giornalista Giulia, pubblicato sul Messaggero di Sant'Antonio, che credo l'abbiate inviato nel mondo  a largo raggio, 

E' arrivato anche al parroco del mio paese, che ha preso qualche stralcio e l'ha pubblicato nel suo giornale parrocchiale. I miei compaesani nel leggerlo si sono commossi e, in pochi giorni, hanno messo insieme una somma di 5000 euro.

Noi, con il vostro contributo, avevamo già fatto la scorta dei medicinali, alimentazione ecc... ed allora ci siamo dette che sicuramente il Signore voleva che aggiungiamo un'altra opera che fosse "luce in quell'inferno" di carcere.

Il giorno dopo la bella notizia sono andata in carcere, pioveva a dirotto ed ovviamente non sono potuta entrare con l’ombrello. Insieme ad un nostro collaboratore detenuto, con una borsetta di plastica in testa sono andata a visitare i gabinetti perché non credevo a quello che mi avevano raccontato. Lungo il percorso lui mi faceva strada… ma avanzare era quasi impossibile perché i detenuti erano troppo stretti.

Il tetto faceva acqua da tutte le parti, io pensavo che al loro posto avrei gridato : "no…, non é possibile vivere qui "! Invece, con mia sorpresa, ho visto fra di loro chi, pur nel bagnato, aveva approfittato di distendersi per dormire .  Vi lascio immaginare la pena del mio cuore. Dapprima ne ho parlato con la mia comunità e subito dopo ci siamo trovate d’accordo di passare all’opera .

Nell' attesa del denaro mi sono procurata la permissione del direttore della prigione e cercato un impresario per fare un preventivo. Così abbiamo potuto rifare i gabinetti e un totale di 5 tettoie in due quartieri . 

Ho le foto che le documentano. Se riesco poi ve le invio perché sono anche il frutto del vostro lavoro.

Alla fine dei lavori un'altro dei nostri collaboratori detenuti mi ha inviato questo messaggio :  “Les techniciens ont fait un travail remarquable. Ici maintenant tout le monde est très content. Enfin, ils sont à l’abri de la pluie et du soleil. Merci que Dieu vous bénisse avec toute la grandeur de de son amour ». (I tecnici hanno fatto un lavoro notevole. Qui adesso sono tutti molto contenti. Infine, sono riparati dalla pioggia e dal sole. Grazie che Dio ti benedice con tutta la grandezza del suo amore”.)

Come vedete, grazie a Dio il progetto procede bene. 

E’ vero che la riserva di medicinali e di tutto il resto diminuisce a vista d’occhio ma é anche vero che sappiamo di poter contare sulla seconda rata.

Stiamo mettendo da parte tutte le ricevute in vista di fare il primo resoconto.

Siamo disponibili di rispondere alle vostre esigenze se ne aveste bisogno.

Vi salutiamo con il cuore pieno di riconoscenza per la vostra attiva e concreta partecipazione. 

A nome dell’équipe vi saluto sr Laura Nichele . 

Il progetto in sintesi

La prigione centrale di Kondenguì a Yaoundé, è la principale prigione del Centro del Paese, creata nel 1968. È un carcere di massima sicurezza ed è stata oggetto di critiche anche a livello internazionale per i problemi di sovrappopolazione e delle conseguenti condizioni igienico-sanitarie. Lo spazio sarebbe per 1.000 persone ma attualmente ce ne sono 4.800.

Scrive Sr Laura Nichele, della Congregazione delle Suore della Divina Volontà:

Vorremmo essere aiutate a continuare il progetto sia nel campo della salute, che va a pari passo con un minimo di alimentazione, e con lo stretto necessario dell’igiene. (In effetti la totalità dei malati sono affetti di malattie dermatologiche in particolare la scabbia, perché vivendo in uno spazio limitato il contagio é inevitabile).

Un altro aspetto importante é un minimo di autosufficienza economica dei detenuti. Per questo vorremmo promuovere l’artigianato all’interno della prigione affinché gli interessati possano guadagnare qualche cosa per provvedere ai bisogni personali.

Per il funzionamento del progetto, avremmo bisogno anche di poter essere aiutate per aumentare il compenso ai 5 detenuti per il servizio che svolgono insieme a noi.

  • La partecipazione locale spesso é fatta di cereali à lunga conservazione ma purtroppo non sempre arriva ai detenuti.
  • Le comunità cristiane o alcune congregazioni nei tempi liturgici forti affidano à noi le loro offerte e noi rendiamo conto (200 Euro circa)

La richiesta è come le precedenti (7726) e riguarda l’acquisto di medicinali, cibo e prodotti per l’igiene e altri piccoli interventi.

Referente: Sr. Laura Nichele, Suore della Divina Volontà